A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nello scorso articolo avevo accennato a come, per accedere alla campagna dal quartiere di Gratosoglio, occorresse uscirne verso est (Tre Ronchetti) o verso ovest, in direzione di Cascina Basmetto; ed è proprio di questa realtà rurale che voglio occuparmi in questo articolo.
La cascina è situata al civico 265 di via Chiesa Rossa, oltre la Conca Fallata, appena a sud del quartiere Basmetto, da una via del quale avviene l’accesso per mezzo di un sentiero carrabile; essa si trova ancora oggi in piena campagna, tra il Naviglio Pavese e il Lambro Meridionale, circondata da campi coltivati a mais e risaie.
Vasta cascina a corte chiusa, le sue origini risalgono per certo almeno al 1400, quando apparteneva al monastero di San Barnaba al Gratosoglio. La cascina passò poi al cardinal Cusani, come risulta dal catasto teresiano, in cui figura tuttavia come un insieme di tre edifici; solo nella raffigurazione del catasto lombardo-veneto infatti appare a forma chiusa e regolare, simmetrica nel suo impianto, così come la vediamo oggi.
Sul lato nord si erge l'edificio principale, costruito su due piani, che è anche la parte più alta dell'intera costruzione. Originariamente la parte centrale di questo edificio, occupato da abitazioni, era sovrastata da un piccolo campanile a vela, che ospitava una campana, andato però distrutto alcuni anni or sono a seguito di un cedimento strutturale e non più ripristinato. L'ingresso di questo edificio è preceduto da un androne costituito da un loggiato a tre campate che sorregge una terrazza al primo piano; per rispetto della simmetria, nella stessa posizione, sulla facciata esterna della cascina, in corrispondenza di questa terrazza, vi è un altro piccolo balcone. Oltre all'edificio principale centrale, altre abitazioni, un tempo destinate ai salariati, occupano tutto il lato nord e la prima parte dei lati orientale ed occidentale.
Su quest’ultimo lato, un portone, dalla volta a sesto ribassato e chiuso da un cancello in ferro, dà accesso all'interno della cascina. Accanto al portone di ingresso, un porticato coperto ospita i macchinari per l'agricoltura; nell'angolo sudorientale, un tempo, si trovava l'essiccatoio, ma avendo da molti anni questa parte della costruzione ceduto, ne sono rimasti solo alcuni resti strutturali.
Il lato orientale invece è quasi interamente occupato dalle stalle, coperte da un porticato. Questo lato è diviso al centro da un passaggio che porta alla porcilaia e alla concimaia, tradizionalmente poste all'esterno delle mura della cascina, e separava le stalle dei cavalli da quelle dei bovini (attualmente vi è solo un piccolo allevamento di cavalli). Anche questo lato ha subito recentemente dei danni, essendo andato distrutto il 1° settembre 2004 a causa di un incendio di probabile origine dolosa, attribuito ad ignoti, che ha danneggiato gravemente le stalle senza però causare per fortuna danni a persone o animali. La ricostruzione da parte del Comune è terminata nei primi mesi del 2007, e per quanto riguarda il tetto sono stati recuperati i vecchi coppi laddove è stato possibile.
Il lato sud richiama la simmetria del lato nord. Infatti, direttamente di fronte all'edificio principale, dalla parte opposta del cortile, vi è un portico centrale, usato per molto tempo come deposito attrezzi, e, di fronte ad esso, il recinto dei cavalli.
La cascina, acquistata nel 1942 dal Comune di Milano, è gestita dal 1958 dalla famiglia Papetti. Attorno alla cascina si estendono i terreni ad essa pertinenti, dei quali circa 40 ettari sono coltivati a
riso, 10 a mais ed appezzamenti minori a prato.
Avendone una visione dall'alto (ad esempio dal satellite) si nota l'estrema simmetria anche nei campi da coltivare, come pure si intuisce l'importanza della vicinanza dei due corsi d'acqua sopra citati ai fini della loro irrigazione. Oltre ad essi, una gradevole roggia accompagna il visitatore lungo il sentiero d’accesso, per poi proseguire tra i campi, mentre un'altra, talvolta più secca, si diparte all'inizio del sentiero, e nella stagione propizia ospita "colonie" di rane.
E' infine rilevante l'attività culturale che si svolge nella cascina: per molti anni il Giornale di Milano Sud vi ha organizzato una festa nel mese di settembre; altre associazioni impegnate nel volontariato culturale; tra le quali anche la Fondazione Milano Policroma, vi hanno realizzato concerti; il noto pittore Franco Natalini infine, che ha lo studio in una delle abitazioni un tempo riservate ai salariati, ha esposto numerose mostre di pittura nella corte della cascina stessa.